Il caso Cetraro

Dopo anni di denunce e inchieste rimaste senza risposta la svolta sul caso delle "navi a perdere" sembra arrivare il 12 settembre 2009, quando il Rov, uno speciale robot sottomarino capace di scendere fino a 500 metri di profondità, invia le prime foto di uno strano relitto, inabissatosi a 11,8 miglia marine da Cetraro, nell'alto Tirreno cosentino, e a 483 metri di profondità. Il sospetto è che si tratti proprio di una nave fatta affondare con tutto il suo carico di rifiuti radioattivi. Al procuratore di Paola (Cs), Bruno Giordano, avevano detto che da quelle parti non risultavano navi affondate per cause belliche o motivi naturali. «Quella nave - dice il pentito Francesco Fonti - è la Cunski. L'ho affondata io. Conteneva 120 fusti di rifiuti radioattivi». In alcune foto sembrano intravedersi proprio dei fusti. Dietro un oblò pare ci siano finanche dei teschi. Scoppia il finimondo. A Cetraro inviano prima la Nave Astrea, poi la Mare Oceano, che cala il suo Rov. Dopo due mesi di tensioni e polemiche (di mezzo la grande manifestazione di Amantea, con migliaia di calabresi che scendono in piazza per chiedere la verità sul caso Cetraro e su tutti i rifiuti sparsi tra mari e monti), il Governo dice sicuro: «Non è la Cunski. Si tratta del piroscafo "Catania" affondato nel 1917 durante la prima guerra mondiale. Nessuna nave radioattiva». Ma al procuratore Giordano non era stato detto che da quelle parti non erano state affondate navi per cause belliche?

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il libro

Il libro "Le navi dei veleni" è un istant book, scritto nei giorni immediatamente successivi al misterioso avvistamento di un relitto nei fondali di Cetraro. E' dedicato al capitano della Marina Natale De Grazia, alla giornalista Ilaria Alpi e all'operatore Rai Miran Hrovatin, tre "ricercatori di verità" morti mentre cercavano di fare luce sul fenomeno delle "navi a perdere". Il primo ha perso la vita mentre coi suoi colleghi stava andando a La Spezia per alcune investigazioni. Fu l'unico a bere un limoncello in un ristorante. Si addormentò in auto e non si risvegliò più; gli altri due sono stati assassinati in Somalia dopo un'intervista "scottante". Ancora non è stata fatta piena luce su questi decessi. Gli autori Roberto Grandinetti e Massimo Clausi hanno raccolto documenti e denunce sul fenomeno delle navi inabbisate a largo delle coste italiane con tutto il loro carico di rifiuti radioattivi, dalla Toscana alla Calabria, passando per la Liguria. Di mezzo l'arenamento della "Jolly Rosso" sulla spiaggia di Amantea (1990), col racconto delle inchieste aperte e archiviate per mancanza di prove, l'inquinamento radioattivo della vallata del fiume Oliva (sempre ad Amantea), dove tuttora si sta indagando e dove si sospetta siano stati interrati fusti radioattivi, e il caso Cetraro, scoppiato nel settembre del 2009 e tuttora avvolto nel mistero malgrado le rassicurazioni del Governo ("quella non è una nave radioattiva"). Una storia che non è però calabrese, ma italiana e internazionale, con intrighi e verità mai venute a galla. Una storia dove la stessa 'ndrangheta ha un ruolo marginale, di sola manovalanza. A detta del pentito Francesco Fonti avrebbe messo a disposizione i propri pescherecci per portare l'esplosivo a bordo delle navi da far affondare e per recuperare l'equipaggio e portarlo sano e salvo a riva. Accuse che hanno fatto arrabbiare un presunto boss di Cetraro, che ha querelato Fonti per diffamazione: "Io - ha detto per esempio Franco Muto - non avrei mai permesso una cosa del genere. Non avrei mai inquinato il mio mare, i miei cittadini e la mia famiglia, che vive di pesca". Tutto e di più nel libro di Clausi e Grandinetti, che sulla vicenda stanno raccogliendo nuovo materiale.

Letto per voi. Dal libro "Le navi dei veleni"

QUESTA NON è una storia calabrese, non è una storia di ‘ndrangheta. Nella vicenda del traffico illecito di rifiuti radioattivi la criminalità organizzata calabrese è solo uno degli ingranaggi del meccanismo, il punto terminale, il braccio operativo, la manodopera. Dalle carte delle diverse inchieste che si sono aperte su questa faccenda emerge un quadro complicatissimo fatto di picciotti, ma anche di barbe finte, di faccendieri senza scrupoli e accordi sottobanco di governi non solo europei…. (dal capitolo “Intrigo radioattivo”).

… E’ il 1994 quando Enrico Fontana, all’epoca responsabile di uno dei centri giuridici di Legambiente, e Nuccio Barillà, del direttivo nazionale della stessa associazione ambientalista, presentano un articolato esposto alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria. Nella loro denuncia i due parlano per la prima volta di uno dei nuovi e fruttuosi business della ‘ndrangheta: lo smaltimento illecito dei rifiuti pericolosi. Un giro di affari milionario fatturato senza scrupoli ai danni del territorio, non solo calabrese … (dal capitolo “La nave fantasma”).

… In questa storia così torbida e piena di lati oscuri non poteva mancare la figura dell’eroe. In realtà, in questo caso, ve ne sono tre. Uno era capitano di corvetta ed era profondamente innamorato del suo mare. La seconda era una giornalista, inviata speciale sul fronte di guerra per la Rai, profondamente innamorata del suo mestiere. Il terzo era il suo cameraman. Tre eroi, tre persone che hanno molti punti in comune … (dal capitolo “Tre persone che sapevano troppo”).

… Ad Amantea e nel suo hinterland in tanti hanno in casa una foto inedita: quella che immortala una nave rossa arenata sulla spiaggia di Formiciche. La data riportata sul retro è quella del 14 dicembre 1990. E’ l’anno dei mondiali di calcio giocati in Italia. Presidente della Repubblica è Francesco Cossiga. Presidente del Consiglio è Giulio Andreotti.La nave era la Rosso dell’armatore Messina … Coppie di fidanzati si fecero immortalare abbracciati, con alle loro spalle il grosso natante. Non sapendo che da allora sulla Rosso si sarebbero concentrati così tanti sospetti da far aprire più di un fascicolo d’inchiesta… (dal capitolo “La Rosso”).

… Sabato 12 settembre 2009. Alle 17.30 squilla il cellulare del procuratore di Paola Bruno Giordano. Dal suo ufficio, ubicato al quinto piano del Palazzo di Giustizia, si vede il mare. Una vista che rasserena, sebbene proprio dal mare, da qualche mese, arrivano i suoi più grossi grattacapi. E’ la telefonata che aspettava da sei giorni, da quando cioè in sordina e senza alcun proclama, aveva dato il via alle ricerche di un relitto affondato a largo di Cetraro di cui si parlava da anni ma che nessuno era riuscito a trovare … (dal capitolo “Il relitto”).

… “Se è vero che ci sono stati camion che in questi ultimi anni hanno scaricato rifiuti nell’ambiente è anche vero che c’è stata gente che ha visto e si è girata dall’altra parte …”. E’ l’8 settembre 2009. L’inchiesta su un’ampia discarica del Basso Tirreno cosentino prende corpo proprio nel momento in cui a Cetraro si cerca la nave dei mistero. L’assessore regionale Silvio Greco non ha peli sulla lingua e chiama in causa anche quei calabresi che hanno preferito stare zitti, facendo finta di non vedere, forse per paura… (dal capitolo “La vallata radioattiva”).

("Le navi dei veleni", Clausi-Grandinetti, ottobre 2009, Rubbettino editore, 126 pagine, 12 euro)

Cosa ne pensi?

Cosa ne pensi del fenomeno delle "navi dei veleni". Hai seguito il caso Cetraro? Sei a conoscenza di altri fenomeni di "navi a perdere"? Dì la tua.

Il ripensamento/1

"Le navi dei veleni? Sono tutta una bufala". Lo ha affermato in una intervista al settimanale Oggi, Francesco Greco, il magistrato che ha indagato sulla Jolly Rosso e sugli affondamenti di mercantili carichi di scorie industriali e nucleari descritti dal pentito della 'Ndrangheta Francesco Fonti. ''Oggi sono pentito d`aver avviato questa inchiesta - dice Greco, attualmente a capo della Procura di Lagonegro - Ho sempre nutrito seri dubbi sull`attendibilità del pentito ma ho pensato che le sue dichiarazioni andassero verificate, anche per evitare la diffusione di facili allarmismi. Invece è successo proprio quello che volevo evitare. Senza avere in mano lo straccio di una prova i catastrofisti della politica e dei media hanno annunciato al mondo l`inquinamento da scorie nucleari di uno dei tratti di costa più belli del mediterraneo.Anche quando il pentito è stato sbugiardato dal ritrovamento di relitti della Prima guerra mondiale, come è capitato al largo di Cetraro, il polverone di dubbi e sospetti non si è placato. Con una leggerezza incredibile - prosegue il magistrato - è stata messa in gioco l`immagine e l`economia di una regione. Le prenotazioni per la stagione 2010 vengono revocate e ci sono migliaia di pescatori che non riescono a vendere nemmeno una sardina. È un disastro di cui mi sento responsabile".

Secondo il magistrato la diffusione di notizie negative non avviene a caso: "Servono a stimolare una politica di assistenzialismo e un sistema clientelare. Tra qualche mese andremo a votare per le regionali e agitare lo spauracchio del disastro ambientale per distribuire a pioggia sovvenzioni, indennizzi o pensioni è un potente argomento di campagna elettorale".

Il ripensamento/2

La commissione parlamentare sulle ecomafie, presieduta dal senatore Gaetano Pecorella, ha sentito il 12 gennaio 2010 l’ex sostituto procuratore della Repubblica di Paola, Francesco Greco, attuale reggente della Procura di Lagonegro (Potenza). L’audizione ha riguardato le inchieste condotte dal pm negli ultimi 20 anni su presunti casi di smaltimento illecito di rifiuti tossici e radioattivi: dalla motonave Jolly Rosso, spiaggiata ad Amantea, agli scarichi nel fiume Oliva, dalla nave dei veleni di Cetraro al traffico internazionale di scorie radioattive. Greco, nel corso dell’audizione, ha detto di ritenere inattendibile il pentito di 'ndrangheta Francesco Fonti, che ha parlato del relitto al largo di Cetraro indicandolo come una delle «navi dei veleni» ma che invece è risultato essere della nave Catania. Per domani, la Commissione ha in programma l’audizione dell’operatore della ditta Arena Sub che ai giornalisti ha riferito di avere visto la nave dei fondali cetraresi carica di fusti. (ANSA).

"Basta coi segreti!"

«Basta con i segreti. Il governo vuole chiudere il caso Cetraro? Renda pubbliche le immagini satellitari dei traffici avvenuti nei mari italiani tra gli anni Ottanta e Novanta. La verità c'è già: basta avere voglia di vederla». Lo ha detto l'onorevole Angela Napoli, del Pdl, membro della commissione parlamentare antimafia, in un'intervista rilasciata all'Espresso sul caso delle navi dei veleni. Un'esponente del Pdl che non crede alle conclusioni cui è giunto il governo Berlusconi...

Fiume oliva, al via i carotaggi

22 gennaio 2010. «Tutti gli esami superficiali sono stati effettuati e sono conclusi. Se ne sono occupati l’Arpa Piemonte, l’Ispra e l’Arpacal». A parlare è il procuratore della Repubblica di Paola (Cosenza), Bruno Giordano, in riferimento alla situazione dei paventati depositi di rifiuti tossici che si potrebbero trovare sepolti nella zona del fiume Oliva, nel comprensorio di Amantea, sul Tirreno cosentino. «I primi giorni di febbraio dovremmo essere pronti per realizzare i tanto attesi carotaggi, per i quali è stata individuata, con un appalto, la ditta esecutrice», ha detto ancora Giordano all’Agi. La vicenda dei rifiuti tossici, che, secondo alcune fonti, potrebbero essere parte del carico misterioso della nave Jolly Rosso, spiaggiatasi nel dicembre del 1990 sulla costa di Amantea, si era intrecciata, nei mesi scorsi, con quella della presunta nave dei veleni che era stata scoperta al largo di Cetraro. Il Ministero dell’Ambiente ha dimostrato poi con alcuni filmati realizzati ad hoc che questa era un vecchio piroscafo della prima guerra mondiale. (AGI)

"Una nuova ricognizione a Cetraro"

28 gennaio 2010. In una lettera indirizzata a Josè Manuel Barroso, il vicepresidente vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella ha chiesto al presidente della Commissione di intervenire urgentemente presso il governo italiano per una nuova e più approfondita ricognizione del relitto ritrovato al largo delle acque calabresi in un punto indicato da un pentito come il luogo dell'affondamento di una delle navi dei veleni. «A conclusione delle ricerche il Ministro italiano dell'ambiente ha rilasciato un comunicato stampa nel quale si afferma che il relitto ritrovato al largo delle coste calabresi appartiene ad una nave passeggeri affondata durante la prima guerra mondiale - ricorda Pittella nella lettera - nei confronti di questa posizione ci sono però numerosi dubbi che sono stati sollevati da alcuni esponenti delle associazioni ambientaliste e da parte di subacquei professionisti che precedentemente, per conto della regione Calabria, avevano esplorato il medesimo sito arrivando a conclusioni differenti e più preoccupanti. Per questo - conclude l'eurodeputato - chiedo un suo intervento giacchè ritengo utile ritornare sulla zona oggetto di indagine con la stessa strumentazione utilizzata, alla presenza questa volta delle parti interessate alla vicenda, dei mass media, della Regione e dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste, e procedere alla video ricognizione della fiancata della nave nella zona del presunto siluramento».
(dal "Quotidiano della Calabria")

C'è una nave a Lamezia

11 marzo 2010. «L'assessore regionale all’Ambiente della Calabria, Silvio Greco, ci ha segnalato che nel golfo di Lamezia Terme ci sarebbe una nave affondata che potrebbe corrispondere ad una di quelle descritte dal pentito Francesco Fonti, ma al momento non abbiamo elementi». Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, Gaetano Pecorella, parlando del fenomeno delle «navi dei veleni». «Prima di procedere ad operazioni costose come quelle condotte sul relitto di Cetraro che è risultato essere di una nave passeggeri abbiamo bisogno di raccogliere altri dati», ha sostenuto Pecorella che ha guidato la commissione anche in una missione in Basilicata. «Sulle navi dei veleni – ha proseguito – stiamo cercando di verificare le dichiarazioni di Fonti. Abbiamo anche cercato i 100 fusti dell’Enea di Rotondella (Matera) ma in fase di verifica, le dichiarazioni di Fonti sono state inconcludenti. Il nostro obiettivo è quello di non lasciare alcun punto senza verifica perchè la vicenda ha provocato un grave danno all’immagine della Calabria ed il nostro impegno è finalizzato a stabilire se ci sono elementi per dire che le preoccupazioni sono fondate oppure no». Sul ruolo dei servizi segreti nella vicenda, Pecorella ha sostenuto che la Commissione ha chiesto di sapere se abbiano avuto un qualche ruolo e che i servizi stanno predisponendo la documentazione da inviare alla Commissione. «Risulta – ha aggiunto – che un testimone che parlato di interferenze dei servizi nella vicenda della motonave Jolly Rosso, spiaggiata ad Amantea (Cosenza) nel 1990, in particolare sullo smaltimento dei fusti che trasportava, ma, al momento, non abbiamo avuto riscontri». Infine Pecorella ha reso noto che la Capitaneria di porto di Crotone ha informato la Commissione che ci sono due navi affondate al largo di Cirò e di Capo Spartivento (Reggio Calabria) oltre ad altri sette relitti, ma tutte conosciute e che sembrano non corrispondere a quelle descritte da Fonti che aveva parlato di una trentina di navi cariche di rifiuti tossici e nocivi fatte affondare al largo delle coste calabresi. (ANSA).

Fiume Oliva, consegnati i risultati

15 Marzo 2010. Il Corpo Forestale dello Stato e l’I.n.g.v. (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) hanno consegnato alla Procura della Repubblica di Paola i risultati della prima fase del monitoraggio geofisico del territorio comprendente il fiume “Oliva” ed alcune limitrofe aree di cava. L’indagine – ormai prossima alla conclusione – e’ stata effettuata con l’utilizzo di magnetometri a terra e di telecamera all’infrarosso montata su elicottero del Cfs ed ha visto il personale del Cfs e dell’Ingv impegnato per diversi mesi. Dall’analisi dei dati sono state individuate alcune aree che presentano qualche anomalia. In particolare sono state localizzate quattro aree con evidenti anomalie magnetiche, collegabili ad interramenti di materiali ferrosi. La natura e la consistenza di tali masse potra’ essere accertata con successivi scavi mirati nelle aree individuate dai rilievi geofisici.


Trivellazioni nella Valle dell'Oliva

19 APRILE 2010 – Inizieranno mercoledì 21 o al più tardi giovedì mattina le trivellazioni nella valle del fiume Oliva, in territorio di Aiello Calabro (CS) e Serra d’Aiello, dove si sospetta possano essere stati interrati rifiuti radioattivi o tossici. Lo ha detto all’Agi il Procuratore Capo di Paola, Bruno Giordano. «La Procura è pronta - ha detto il magistrato – e così anche l’azienda che dovrà effettuare i sondaggi. Sono i carotaggi che consentiranno di sapere cosa ci sia sotto il fiume Oliva e nei suoi pressi». È un’operazione a cui la Procura di Paola tiene molto, visto che si potrà così finalmente fare luce sulle cause delle strane anomalie radioattive che sono state rilevate nella zona e che vengono messe in relazione con le presunte morti per tumore che in quell'area sarebbero in numero più elevato che altrove, superando di molto la media regionale. Alcuni testimoni hanno anche riferito che nell’area potrebbero essere stati sepolti rifiuti tossici, forse provenienti dalla nave Jolly Rosso, che si arenò a pochi chilometri di distanza, sulla costa tirrenica, il 14 dicembre del 1990. Sul suo carico non è mai stata fatta piena luce. (AGI)

Esito del sondaggio

Il 100% dei lettori del nostro blog conosce il caso Cetraro e la storia di Natale De Grazia, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Questo l'esito del nostro primo sondaggi. Della vicenda Cetraro, del resto si sta parlando ormai da quattro mesi, da quando cioè a largo della cittadina dell'Alto Tirreno cosentino era stata segnalata la presenza di un relitto, a 483 metri di profondità. Forte è stato il sospetto che quella fosse una nave affondata dalla 'ndrangheta con tutto il suo carico di rifiuti radioattivi. E' il fenomeno delle navi a perdere, piuttosto diffuso negli anni Novanta. De Grazia, Alpi e Hrovatin sarebbero stati uccisi proprio perchè stavano cercando di dare una risposta a tale intrigo, che vede la stessa 'ndrangheta ridotta a pura manovalanza. Chi comanda starebbe molto in alto. Di questo e di altro si parla nel libro "Le navi dei veleni", da cui prende il nome questo blog. E ora partecipate al nuovo sondaggio. La domanda di questa settimana è: "Esistono le navi dei veleni?".

Esito del sondaggio/2

La domanda del nostro secondo sondaggio è stata: “Esistono le navi dei veleni?". Ebbene, la risposta è stata unanime. Per i nostri visitatori le navi dei veleni esistono. Nessun fantasma nei fondali italiani, ma vere e proprie navi, fatte scendere giù con tutto il loro carico di rifiuti nocivi per l'uomo e l'ambiente. Da anni si parla di trenta, quaranta relitti sospetti. Ma nessuno finora è riuscito a trovarli. Si è fatto davvero tutto per scoprire questi relitti? E' la nuova domanda del nostro sondaggio...

Si è fatto davvero tutto per scoprire le navi dei veleni?

mercoledì 16 giugno 2010

venerdì 8 gennaio 2010

Dì la tua...

Dì la tua sulle navi dei veleni e sul caso Cetraro.